sabato 16 novembre 2013

Una cucina di 3000 anni fa, gli scavi a Cuma continuano...

Gli scavi nella città bassa hanno riportato alla luce una casa risalente alla fondazione della colonia greca nell'VIII secolo a.C. 


Una casa risalente all'epoca della fondazione di Kyme, Cuma, nell'VIII secolo a.C., con focolare e resti di pasto è stata rinvenuta da un gruppo di archeologi dell'Orientale di Napoli coordinati da Matteo D'Acunto. L'indagine, che è stata condotta  con la supervisione della Soprintendenza Archeologica di Napoli e Pompei, per la prima volta ha toccato il settore della città bassa e, in particolare, si è sviluppata nella zona compresa tra il Foro e le mura settentrionali della città antica.

Lo scavo, effettuato a una profondità di 3.5 metri dall'attuale calpestio, ha consentito il recupero del tracciato stradale romano, perfettamente sovrapposto a quello greco di Cuma, e delle «insulae» che vi insistevano. Proprio in queste strutture edili è stata ritrovata la casa con cucina con piano di cottura in materiali refrattari, ricavati da frammenti ceramici, dipinti in stile geometrico e databili all'VIII secolo a.C..
Nell'ambiente è riemerso vasellame frammentato della stessa epoca assieme a ossa di pecore, capre e cervi, oltre a resti di carapace di testuggine. La tartaruga, secondo l'antropologo Alfredo Carannante, veniva cucinata nel suo stesso guscio, al tempo stesso piano di cottura e contenitore.
L'area riportata alla luce, in futuro, sarà inglobata nel percorso del parco archeologico cumano e sarà visitabile insieme al Foro e alle mura settentrionali della città antica. 

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