venerdì 25 maggio 2012

Paul Gauguin e il Post-impressionismo

"L'arte è o plagio o rivoluzione" - Paul Gauguin.

Paul Gauguin, pittore francese, è stato uno dei protagonisti della fase artistica che definiamo post-impressionismo. Egli incarna un altro archetipo di artista: l'artista che vuole evadere dalla società e dai suoi problemi per ritrovare un mondo più puro ed incontaminato. Egli, al pari di tutti gli altri artisti e poeti francesi di fine secolo, vive sullo stesso piano la sua vita privata e la sua attività artistica. E le vive con quello spirito di continua insoddisfazione e di continua ricerca di qualcosa d'altro che lo portò a girovagare per mezzo mondo, attratto soprattutto dalle isole del Pacifico del Sud. La pittura di Gauguin è una sintesi delle principali correnti che attraversano il variegato e complesso panorama della pittura francese di fine secolo. Egli partì dalle stesse posizioni impressioniste, comuni a tutti i protagonisti delle nuove ricerche pittoriche di quegli anni. Superò l'impressionismo per ricercare una pittura più intensa sul piano espressivo. Fornì, dunque, soprattutto per i suoi colori forti ed intensi, stesi a campiture piatte, notevoli suggestioni agli espressionisti francesi del gruppo dei «Fauves». Ma, soprattutto per l'intensa spiritualità delle sue immagini, diede un importante contributo a quella pittura «simbolista», che si sviluppò in Francia ed oltre, in polemica con il naturalismo letterario di Zola e Flaubert e con il realismo pittorico di Courbet, Manet e degli impressionisti. Il suo contributo al «simbolismo» avvenne attraverso la formazione del gruppo detto «scuola di Pont-Aven». Fonte di ispirazione per questa pittura erano le vertate gotiche e gli smalti cloisonne medievali. Prendendo spunto da essi i pittori di Pont-Aven stendevano colori puri e uniformi, contornati da un netto segno nero. Ne derivò una pittura dai toni intimistici che rifiutava la copia dal vero e l'imitazione della visione naturalistica.


Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? - E' stato dipinto da Gauguin nel 1897-98, ed è conservato al  Museum of Fine Arts di Boston.Gauguin usa figure già presenti in altri quadri e li compone in una scena che ricorda i boschi sacri classici o rinascimentali, e che assume un significato universale. La composizione segue una griglia di orizzontali e verticali, si imposta su una dominante blu-verde esaltata da giallo e arancio. Le figure presentano l'umanità nei diversi stati della vita, dall'infanzia alla vecchiaia, in una natura misteriosa e indeterminata. Il titolo, ha spiegato Gauguin, non fa parte del quadro, è una domanda aggiunta dopo e tratta da un libro di Balzac, che lui prediligeva. Sono tre domande, iscritte in un angolo, come un fumetto, ma destinate a rimanere senza risposta. Servono a sollevare il clima di mistero. I colori dello sfondo: blu, vedi, marroni, ocre creano degli arabeschi liberi, o solo allusivi a qualcosa, senza una precisa funzione rappresentativa, hanno uno sviluppo musicale, come una sinfonia di sottofondo. Anche i corpi ora si distendono sinuosamente, ora raccolti, ora disposti in successione, scandiscono gli spazi, creano l'architettura del quadro, ma anche i tempi, come le note più alte su un sottofondo più basso. Analizzate singolarmente queste figure diventano allegorie e richiami, simboli carichi di significati (alcuni dei quali spiegati dall'artista) e pieni di rinvii culturali, sia europei che esotici. Da notare il ragazzo al centro, che ricorda il Mercurio della Primavera del Botticelli, come anche l'idea del Bosco sacro. L'idolo sullo sfondo rinvia alle culture e religioni orientali.
Nel nuovo stile di Gauguin – il cloisonnisme o sintetismo – il colore si chiude in zone, così che la scena si presenta in superficie e si annulla ogni rapporto tra spazio e volumi. Per evitare, dipingendo all'aperto, di essere condizionato dagli effetti di luce, dipinge a memoria, semplificando le sensazioni ed eliminando i particolari; di qui l'espressione di una forma, più che sintetica - sintetistica, perché volutamente semplificata. Egli rinuncia anche ai colori complementari che, se avvicinati, si fondono e preferisce mantenere ed esaltare il colore puro: «Il colore puro. Bisogna sacrificargli tutto». Tuttavia egli non porta alle estreme conseguenze questa concezione, perché l'uso di soli colori puri avrebbe distrutto spazio e volumi e allora attenua l'intensità delle tinte: ne deriva il tono generalmente «sordo» e un disegno piuttosto sommario. 
La mattina dell'8 maggio il pastore protestante Vernier trova morto Gauguin, disteso nel suo letto. era ammalato di sifilide. Pochi assistettero alla sua sepoltura: presto dimenticata, la sua tomba fu ritrovata venti anni dopo e gli fu posta una lapide con la semplice scritta «Paul Gauguin 1903».

2 commenti:

  1. peccato essere stato nel dimenticatoio per cosi tanto tempo...
    ho cambiato blog e il nome,mi farebbe piacere avere un tuo parere:
    http://lericettedidulcisinfundo.blogspot.it/

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