giovedì 28 giugno 2012

Realismo Pittorico

«Appartenere al proprio tempo» - Eugène Delacroix.

Intorno al 1855, nasce in Francia il Realismo, un movimento pittorico e letterario che trova le sue radici nel positivismo, un pensiero filosofico che studia la realtà in modo scientifico. Il Realismo tentava di cogliere la realtà sociale; si voleva rappresentare una realtà cruda e nuda con meno allegorie e più attenzione verso i dati di fatto. Esso si fa più acceso negli anni successivi alla rivoluzione del 1848, che aveva risvegliato aneliti democratici in tutta Europa, arriva ai suoi massimi nel periodo del Secondo Impero, caratterizzato da un forte sviluppo economico e tecnologico della borghesia e dalla conseguente mentalità imprenditoriale. È in questo periodo che inizia anche a definirsi l'Impressionismo. La parola "Realismo" generalmente indica la traduzione fedele delle qualità del mondo reale nella rappresentazione artistica. Il termine realismo è quanto mai generico e comprende un atteggiamento comune a molte manifestazioni d’arte. Il Realismo Pittorico non si riferisce unicamente allo stile, ma anche al soggetto da ritrarre. I giovani pittori per rompere con i laccioli del Romanticismo, scelgono di trattare temi e soggetti della realtà quotidiana, astenendosi da ogni sentimentalismo. Per i pittori realisti, né la natura, né le immagini di vita, possono avere una qualsiasi idealizzazione, perchè,  come afferma Courbet "un oggetto astratto, invisibile, che non esiste, è estraneo all'ambito della pittura".
Le nuove tematiche prendono il posto della pittura metaforica, della pittura irreale, della pittura mitologica, di quella eseguita alle "grandes machines" dove si elevavano alti ideali moraleggianti, che erano la caratteristica principale dell'arte ufficiale. Il campo delle nuove esperienze si fa sempre più vasto: entrano in primo piano i poveracci, i meschini, i manovali, e il concetto di "brutto" si trasforma in quello universale, cioè del "bello" classico. Nel campo della pittura vengono ricercati con veemenza  motivi tratti dalla vita contemporanea, non solo come protesta, ma come documentazione delle tradizioni del periodo. Nasce l'attenzione per l'uomo e per tutte le sue problematiche, un più spontaneo e diretto contatto con tutto ciò che è concretamente reale, in  opposizione alla tradizione accademica e alle sue regole.
Il realismo si genera proprio nel momento in cui il Romanticismo è in profonda crisi, ed è in questo periodo che si formano le sue radici. Vengono respinte le tematiche esotiche e storiche, tutti i linguaggi sublimi e il predominio della creazione dell'immaginario, mentre nasce altra sostanza propria della spiritualità romantica sotto differenti spoglie: il tema della bruttezza come elemento distintivo e significativo, quello della bellezza di ciò che rimane non perfettamente terminato, la considerazione delle caratteristiche specifiche dell'individuo, nazionali, etniche, l'onore all'artista. Ma ciò che riguarda la tematica regionale e le forti peculiarità, almeno nei maestri di grande rilievo, non si presenta affatto in maniera pittoresca.
Tra i maggiori rappresentanti del realismo ottocentesco vi sono soprattutto i francesi Corot, Daumier, Millet, Courbet. Fuori dalla Francia figura di rilievo è l’italiano Fattori.

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