Pompei è uguale ad ogni altra città. La stessa antica umanità. Che si sia vivi o morti non fa differenza. Pompei è un sermone incoraggiante. Amo più Pompei che Parigi - Herman Melville.
Pompei è una delle più significative testimonianze della civiltà romana e si presenta come un eccezionale libro aperto sull'arte, sui costumi, sui mestieri, sulla vita quotidiana del passato. La città è riemersa dal buio dei secoli così come era al momento in cui venne all'improvviso coperta da uno spesso strato di ceneri fuoriuscite, insieme alla lava, con la devastante eruzione del Vesuvio. In questo post cercheremo di capire meglio il legame che c'era tra la gente di Pompei e l'arte. Dal punto di vista artistico le case erano dominate da affreschi che costituivano l'aspetto più straordinario di Pompei. Tradizionalmente alle pitture della città sono stati assegnati quattro stili diversi, definiti "primo, secondo, terzo e quarto stile pompeiano", anche se oggi si pensa che tale suddivisione sia ampiamente inadeguata a rappresentare la varietà delle tecniche pittoriche.
Infatti la molteplicità di stili nella decorazione pittorica che rivestiva le pareti delle case pompeiane è evidente e va dalla sobria ripartizione in riquadri colorati, a scenari architettonici, talora semplici e talora molto complessi, fino alla visione di prospettive assolutamente fantastiche, alle scene figurate e alla ornamentazione pura. La tecnica utilizzata per realizzare gli affreschi consisteva nell'applicare al muro due o tre strati ben fatti di intonaco calcareo, mescolato con sabbia e calcite. Quindi si dipingeva prima il fondo e si lasciava asciugare. Quando il tutto si era ben essiccato, si procedeva con la tecnica dell'encausto. Naturalmente i pigmenti usati erano costituiti soprattutto da terre colorate come le ocre, da tinte minerali come il carbonato di rame e infine, da tinte di origine vegetale e animale. Mirabili esempi sono rappresentati dagli affreschi della Casa dei Vettii, tra cui spiccano gli Amorini che documentano le varie attività artigianali; dalla splendida Venere in conchiglia della Casa di Venere o dal misterioso ciclo di affreschi della Villa dei Misteri, dedicato al culto di Dionisio, di 3 m. x 17, che costituisce una delle più grandiose raffigurazioni pittoriche dell'antichità.
E poi che dire dell'arte della scultura in bronzo che ha un suo celebre esempio nel Fauno danzante dell'omonima Casa, dell'amore per il vasellame e dell'argenteria confermata dal ritrovamento di ben 115 pezzi d'argento nella Casa di Menandro. I mosaici completavano mirabilmente la decorazione delle case: dai più semplici in coccio pesto, ai tasselli in bianco nero con motivi geometrici come il Cave Canem della Casa del poeta tragico, alle vere e proprie opere d'arte con la più vasta gamma di tinte, come la Battaglia di Isso rinvenuta nella Casa del Fauno e oggi al Museo Nazionale di Napoli, che ritrae Alessandro Magno contro Dario.
Gli affreschi di Pompei hanno una larga e solenne impostazione, e l'arte, piacevolmente descrittiva e gustosamente decorativa, si fa interprete d'un mondo lontano e di realtà allegoriche di una vita vissuta dei suoi cittadini. Sembra da un lato di ritornare alla severità e alla malinconia delle ultime tombe etrusche, e dall'altro d'intravedere quella che sarà poi la grande pittura del Rinascimento.
Trent'anni di scavo! – Credevo parlasse di Pompei, ma invece si trattava della sua vita - Giovanni Comisso.
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